Era il 12 settembre del 2009

24.08.2010 16:13

LECCO: Era il 12 settembre del 2009. Siamo in Val di Fassa. Una giornata di mountain bike. C’è anche lei: la lecchese Stefania Valsecchi atleta nata a Lecco il 20 ottobre del 1967 residente ad Acquate e maestra d’asilo, da tre anni, presso la scuola di infanzia di Malgrate. Ha appena corsa la ValdiFassaBike. Uno sguardo sulla sua destra. Un gazebo, uno stand. Non uno qualsiasi. Si sta promuovendo una manifestazione particolare che non tutti possono fare se non c’è dietro la giusta preparazione: mentale, fisica ed atletica. Stiamo parlando della Mongolia Bike
<< Mi sono fermata perché mi hanno colpito quello foto stese sul tavolino. Belle, anzi fantastiche. Mi sono detta… mi devo iscrivere>>
Detto, fatto. La settimana dopo la biker lecchese tesserata per la ValsassinaXbike Team, con sede a Barzio, è pronta per iniziare questa avventura. Ma solo quelle foto ti hanno attratta alla Mongolia Bike o altro?
<< Soprattutto quelle foto. Non amo gareggiare per il gusto di essere un’agonista. Mi emoziono troppo. Di gare non ne faccio. Ho disputato solo sei marathon (vedi anche la Marathon Bike di Casatenovo Ndr) e corro  solo  dove mi piace il percorso>>
Stefania Valsecchi è entrata alla ribalta, in questi giorni,  per aver vinto la massacrante Mongolia Bike edizione 2010. Dieci tappe, 1400 km da percorrere e quasi tutti nel deserto .
Come ti sei preparata?
<< Ogni settimana erano 350-400 km in bici. Grazie a due miei amici Riccardo Panzeri e Manuel Locatelli, ho iniziato a macinare km. Su strada pedalando dall’Engadina, al S.Gottardo; in mtb tra la Valsassina, i sentieri dell Orobie. Negli ultimi due mesi ho percorso anche 700 km alla settimana>>
Dietro qualche preparatore ?
<< Nessuno. I miei due amici, io ed il mio meccanico Roberto Accusato che mi ha preparato pezzo per pezzo il mio rampichino>>
Quando sei arrivata in Mongolia ha potuto gustare ancora di più quel paesaggio visto in quelle foto?
<< Ho visto tutt’altro ed ho avuto un breve smarrimento. Il paesaggio era desolante. Ma ero lì e volevo correre>>
Il momento più difficile?
<< Alla tappa definita Regina. Quella del settimo giorno: 136 km 2620 metri di dislivello e 5 Gpm. All’inizio della quarta asperità ho avuto un momento di sconforto. Un momento buio. Poi ho pensato ai miei amici ed ho toccato la maglia rosa di leader che avevo indosso. Non potevo tradire nessuno e sono ripartita>>
Le gare?
<< Abbiamo corso tra mille difficoltà: vento fortissimo, sabbia ed abbiamo trovato anche la neve>>
L’ultima tappa?
<< L’austriaca e la tedesca hanno provato a mettermi paura. Sono partite fortissime. Nessuna mi faceva paura. La cosa bella che al primo ristoro l’austriaca, campionessa del mondo ed europea di bike orienteering, mi si è avvicinata ed in inglese mi ha detto “ facciamo gara insieme?” Lì ho capito che avevo vinto la Mongolia Bike>>
All’arrivo cosa è successo?
<< Abbiamo fatto vincere la tedesca perché non aveva ancora vinto una tappa. Noi siamo arrivate insieme. Al traguardo mi sono buttata su un camion dell’organizzazione ed ho dormito due ore di fila. Ero finita e piena di dolori>>
Il rientro a casa com’ è stato?
<< In Mongolia non avevo percezione di quello che succedeva in Italia. Il cellulare non prendeva. Come sono arrivata in Italia Livio Combi del ValsassinaXBike Team mi ha fatto vedere gli articoli che avete scritto su di me. Un onore>>
Ti senti ora più forte?
<< Indubbiamente sì. Non pensavo minimamente di aver dentro questa forza mentale ed atletica.  Ho ritrovato in me una forza esplosiva che non mi immaginavo. Devo ringraziare anche il presidente del team Davide Vecchio che mi ha sempre sostenuta>>
A livello finanziario quanto ti è costata questa esperienza?
<< Circa 2500 euro>>
E adesso cosa farà Stefania Valsecchi?
<< Tra poco si riprenderà a lavorare anche se- conclude la biker del ValsassinaXBike Team- penso di fare un tour in mtb in Polonia nei primi giorni di settembre>>