Combattere il doping nel ciclismo, sport che vede l’abuso di sostanze non consentite diffuso sia a professionale che, dieci volte tanto, in quello amatoriale. È l’obiettivo della campagna “Borraccia Trasparente”, promossa dall’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei ministri insieme a Radio 1. La presentazione, a palazzo Chigi, si è aperta, per iniziativa del sottosegretario Gianni Letta, con un minuto di silenzio in memoria del ciclista belga Weylandt, scomparso al Giro d’Italia. Come illustrato dal sottosegretario allo Sport Rocco Crimi, dal sottosegretario Paolo Bonaiuti, dal ministro della Salute Ferruccio Fazio, dal presidente del Coni Giovanni Petrucci e dal presidente della Rai Paolo Garimberti, sarà la borraccia, simbolo del ciclismo, il veicolo di promozione dello sport pulito, senza trucchi. Circa 50.000 borracce con lo slogan “niente doping solo sport” verranno distribuite in tutte le località toccate dalla carovana del Giro d’Italia, anche come ricordo della 94° edizione del Giro nel 150° dell’Unità d’Italia. Per Crimi e Fazio bisogna poi “aumentare i controlli” soprattutto sul ciclismo amatoriale. I numeri sono preoccupanti anche se in calo. Crimi spiega, sulla base di dati Coni del 2010, che tra i professionisti sono positivi al test lo 0.9% rispetto allo 0.6% dell’anno precedente. Una “percentuale ancora troppo alta, rispetto agli altri sport (ad esempio lo 0.1% nel calcio)”. Nel settore amatoriale i ciclisti che assumono sostanze sono dieci volte di più: “Il 9% dei controllati è positivo”, anche in questo caso è un “dato in calo, ma maggiore rispetto alle altre discipline”, peggiorato dal fatto che il 60% degli amatori abusa di integratori. Il ministro Fazio sottolinea la necessità che si facciano maggiormente controlli nell’amatoriale: “Il doping non solo fa male, fa male anche prendere integratori e farmaci non sotto il controllo medico”. Il governo, assicura, è impegnato in un’azione di “tolleranza zero e lotta senza quartiere”.